SOS Concorsi

Trattare il tema dell’architettura contemporanea altoatesina vuol dire implicitamente parlare di concorsi di progettazione. Buona parte delle opere più rilevanti e riconosciute, realizzate in provincia di Bolzano, sono infatti frutto di una selezione definita attraverso l’utilizzo dello strumento del concorso. Allo stesso tempo la partecipazione ai concorsi è stata per molti colleghi un’opportunità determinante per ottenere importanti incarichi e per consolidare la propria posizione sul mercato del lavoro. Il concorso è di fatto una «palestra professionale» che permette di misurarsi sul campo affrontando temi progettuali non facilmente accessibili in altro modo. Avere l’occasione di progettare una scuola, un asilo, una biblioteca o un museo. Poter misurare il proprio operato mettendolo a confronto con quello di molti altri colleghi che hanno svolto lo stesso compito. Accettare la valutazione di una giuria qualificata che ci da la misura delle capacità espresse in un determinato momento e luogo. Vincere infine una sfida e realizzare un’opera. È questa la descrizione di una prassi che appartiene alla storia dell’architettura e che come architetti consideriamo «patrimonio comune».

Anche la nostra rivista ha costantemente posto una particolare attenzione al tema. I primi numeri di Turris Babel, a metà degli anni ottanta, avevano una specifica rubrica dedicata alla pubblicazione dei risultati dei concorsi realizzati in provincia. Successivamente con la definizione di numeri monografici, oltre a pubblicare i progetti dei concorsi relativi ai temi trattati, sono state definite alcune particolari edizioni per fare il punto sulla «situazione concorsi» (n. 67 1985, n. 85/87 2011) e per documentare l’evoluzione dell’utilizzo di tale strumento.

Pur trattandosi però di una prassi consolidata, purtroppo solamente in Alto ­Adige e all’estero, riteniamo fondamentale mantenere un ruolo di controllo e di verifica delle modalità di utilizzo del concorso e più in generale delle modalità di affidamento degli incarichi di progettazione sia pubblici che privati. Abbiamo infatti negli ultimi anni registrato un mutamento strutturale. Superata la fase dei grandi progetti degli anni novanta, e quindi dei grandi concorsi, siamo passati ad una successiva fase di realizzazione di opere di dimensioni e importi più limitati. Anche la partecipazione e l’accesso sono stati contenuti attraverso preselezione o definizione di due fasi di progettazione, per evitare un eccessivo spreco di energie. Nel 2011 abbiamo stimato che nel precedente decennio per la realizzazione di 82 opere sono stati presentati 3.049 progetti. Quindi in media 8,2 concorsi all’anno e 37,18 partecipanti per concorso. Nel presente numero di Turris Babel pubblichiamo tutti i concorsi, di cui siamo riusciti ad avere notizia, il cui esito è stato reso noto nel 2018. Un anno di concorsi. Il risultato evidenzia che nel 2018 sono stati conclusi 14 concorsi di progettazione con la partecipazione di 339 soggetti coinvolti, ma escludendo le candidature con referenza e gli invitati che non hanno preso parte alla competizione, di fatto 198 progetti, ovvero una media di 14,14 progetti per concorso. In termini generali pare quindi che il trend porti ad un aumento dei concorsi e ad una diminuzione del numero dei partecipanti. Parametri ovviamente positivi. Va però ricordato che buona parte dei concorsi sono ora banditi direttamente dai comuni o da altri enti autonomi che spesso preferiscono individuare i partecipanti attraverso invito o altre modalità di preselezione.

Sono questi dati che da un lato sembrano farci ben sperare ma allo stesso tempo suonano un campanello d’allarme. Vi saranno in futuro ancora reali opportunità di libero accesso alle competizioni progettuali? Ed inoltre, visto l’annunciato ridimensionamento degli investimenti pubblici, vi saranno nei prossimi anni nuovi concorsi di progettazione con la certezza di poter realizzare le opere? 

Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno bisogna aggiungere che, forse anche grazie allo stimolo altoatesino, nel resto del paese si iniziano timidamente a vedere i risultati del lavoro che molti colleghi hanno svolto per fare in modo che lo strumento del concorso di progettazione venga innanzitutto conosciuto e quindi anche utilizzato per l’assegnazione degli incarichi per la realizzazione di opere sia pubbliche che private. Rimane però la preoccupazione di vedere come sia spesso ancora preferita, in alcuni casi anche in provincia di Bolzano, la gara di servizi. Una selezione fatta su parametri «qualitativi» ed economici che oltre ad avvilire la nostra professionalità non assicurano alcuna garanzia della bontà del risultato. Possiamo vantare l’orgoglio di essere stati, e speriamo di poter continuare ad essere, un riferimento positivo per il resto d’Italia, ma questo non basta. La contrazione degli investimenti pubblici e privati, la giusta razionalizzazione dei costi, la cura nell’evitare inutili sprechi costituiscono elementi di ulteriore attenzione affinché le risorse pubbliche e private tendano a realizzare opere e progetti di assoluta qualità. Opere che possano continuare ad essere considerate un valore ed un investimento per il nostro futuro.

 

 Alberto Winterle _Editoriale TURRIS BABEL 113_ 06|2019