Le molte vite del legno

La forza evocativa di un materiale come il legno stimola numerose sensazioni ed immagini. A iniziare dall'origine, quando è materia viva: una pianta, un albero, un bosco, ovvero una presenza a cui siamo abituati visto che buona parte del nostro territorio è occupato da foreste. È infatti immediato il richiamo della mente al sibilare del vento che scuote gli alberi o ai raggi di luce che penetrano tra i rami raggiungendo come fari puntati il sottobosco. Anche la caratterizzazione olfattiva è presente nei nostri ricordi: l’odore della resina, del legname delle segherie, il profumo di un oggetto o di un ambiente rivestito in legno dove possiamo riuscire a distinguere anche le diverse essenze, come ad esempio quella intensa e fortemente connotata del cirmolo. Al legno ci lega logicamente anche una sensazione tattile, un’esperienza che comunemente possiamo avere tutti i giorni, camminando a piedi nudi sul pavimento di casa, sedendoci su una sedia o appoggiandoci ad un tavolo, ma anche maneggiando un qualsiasi arnese di lavoro o un oggetto comune come un utensile in cucina oppure un gioco per bambini. Grazie alla sua duttilità il legno è stato utilizzato storicamente anche per gli elementi di carattere decorativo e per opere devozionali, come testimoniano le molte figure sacre presenti nelle case e nelle chiese, materia che caratterizza la tradizione artigianale ed artistica fino ai più recenti esempi di ricerca nelle opere d’arte contemporanea. Arriviamo infine all’ultima immagine che corrisponde alla conclusione del ciclo del legno, ovvero ai ceppi che bruciano e si consumano riscaldando gli ambienti e le persone.

Anche nella tradizione costruttiva il legno ha avuto, ed ha tuttora, nei territori alpini un fondamentale ruolo. Siamo infatti abituati a vedere il nostro paesaggio costellato di piccole costruzioni rurali tramandate dal passato, costruite con metodi arcaici. Dalla giustapposizione di tronchi scorticati e leggermente regolarizzati del sistema a blockbau al più evoluto sistema a telaio in cui le travi segate e lineari costituiscono solamente la struttura portante mentre il tavolato in legno è il tamponamento e allo stesso tempo finitura esterna. Sono queste semplici tecniche costruttive che si sono evolute fino ad oggi soprattutto per quanto riguarda la realizzazione della struttura portante e della copertura delle nostre abituali costruzioni. 

Ma se dobbiamo pensare alla «casa» l’immagine che ci sovviene non è quella di una casa in legno, ma bensì di qualche cosa che comunemente è considerato più solido e duraturo, ovvero il cosiddetto «mattone», oggetto su cui investire i propri risparmi. A differenza della cultura nordica o anglosassone, per noi la casa in legno rappresenta effettivamente ancora un’eccezione, legata all’idea delle residenze per la vacanza o di qualche struttura particolare piuttosto che alla normale prassi costruttiva. Gli esempi che vi proponiamo, scelti dalla giuria del Premio Archilegno, segnano invece una nuova direzione, dove il legno è protagonista e dove è sfruttata la sua peculiare caratteristica di continuità materica potendo essere allo stesso tempo struttura costruttiva, rivestimento, arredo ed elemento decorativo. La scelta è caduta su opere relativamente semplici, quasi «normali» dove però è stata riconosciuta una coerenza nell’utilizzo della struttura costruttiva ed anche delle finiture, in una parola dell'immagine che la casa evoca e richiama. Sono perlopiù abitazioni, singole o plurifamiliari, ma compaiono anche alcune opere pubbliche. E’ questo un segno che lascia ben sperare, visto che nonostante la flessione del mercato edilizio, il settore delle case in legno ha registrato una continua crescita, grazie alla diffusione dell'utilizzo di materiali rinnovabili ed alla continua ed approfondita ricerca tecnica relativa alle prestazioni energetiche. Nonostante l’icona «legno» sia presente nella nostra vita fin dall'infanzia, forse molto lavoro è ancora da fare per riuscire a far rientrare nell'immagine collettiva, e nella nostra cultura la tradizione della casa in legno, e l’idea della sua solidità, magari aggiornando pure la tradizione della fiaba, nella quale il soffio del lupo, incapace un tempo di abbattere la casa in mattoni dei tre porcellini, ora non riuscirebbe a distruggere nemmeno quella in legno.

 Alberto Winterle _Editoriale TURRIS BABEL 109_ 03|2018